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Il bambino piccolo tende a rappresentare l’ambiente e gli eventi dal proprio punto di vista ed essere figlio unico fortifica questo aspetto di egocentrismo poichè i genitori e gli altri componenti della famiglia (nonni, zii, ecc) dirigono la propria attenzione unicamente verso di lui.

L’arrivo di un fratellino o di una sorellina provoca quindi un profondo cambiamento che coinvolge tutta la famiglia e ancor di più il primogenito. Nonostante il bambino viva gradualmente la gravidanza della mamma per nove mesi, il momento della nascita è comunque un cambiamento repentino, soprattutto nel momento in cui improvvisamente le attenzioni principali vengono convogliate sul neonato. Possiamo affermare che la GELOSIA è un SENTIMENTO provato da ogni essere umano ed è POSITIVO qualora abbia la FUNZIONE DI MANTENERE VICINO L’OGGETTO D’AMORE (genitori, giochi, coniuge, figli, ecc), diventa disfunzionale quando si manifesta attraverso un comportamento aggressivo, oppositivo, provocatorio o al contrario eccessivamente passivo.

Come comportarci quando ci rendiamo conto che un figlio è geloso del fratellino o della sorellina? 
Prima di tutto è opportuno accettarlo senza screditare i suoi sentimenti (evitando per esempio di dire: “Smetti di fare il bebè!”, “non essere ridicolo” ecc.) in quanto questo passerebbe il messaggio che è sbagliato provare gelosia e si rischia di far sentire il bambino “cattivo”, “inadeguato” e in colpa. È fondamentale invece accogliere le sue emozioni, confortarlo spesso e provare a spiegare al bambino stesso il motivo di alcuni suoi atteggiamenti.

Un bambino geloso prova paura ed insicurezza, teme di non essere amato e considerato al pari di qualcun altro. Per questo deve essere visto come un bambino che attraversa un momento triste e difficile della sua vita piuttosto che come un bambino che si comporta male di proposito o che all’improvviso è diventato cattivo, dispettoso e fastidioso.
In questo particolare periodo il bambino ha bisogno di essere rassicurato, di sentirsi certo di poter contare sull’amore dei suoi genitori. Punire il bambino per i suoi comportamenti non è una tecnica corretta da usare, non fa altro che confermare in lui l’idea di non essere amato. Le cose di cui ha bisogno sono, piuttosto, l’affetto e la comprensione dei genitori, pur facendo notare che i suoi comportamenti non sono accettabili.

E’ importante essere consapevoli ed accettare la gelosia del bambino poiché in questo modo si favoriranno l’espressione e la manifestazione delle sue emozioni negative nei confronti del fratellino. Date al bambino tutto il tempo e l’attenzione di cui ha bisogno e permettetegli di avere comportamenti tipici di quando era più piccolo. Se non affrontata e gestita in maniera corretta, la gelosia può dar luogo ad un periodo estremamente difficile per il bambino.
Un bambino piccolo non è in grado di controllare da solo il suo comportamento poiché non è ancora capace di gestire adeguatamente le sue emozioni, l’unico modo che conosce per esprimerle è quello di manifestarle proprio attraverso il comportamento. In situazioni difficili in cui si sente scoraggiato e triste, ha bisogno dell’aiuto di una persona adulta. Privarlo della possibilità di manifestare la sua gelosia o punirlo per qualcosa che ha fatto, reprime questa emozione e ne impedisce l’espressione, ma solo momentaneamente, è molto probabile che si ripresenti in un secondo tempo in una forma più intensa e pericolosa.

La gelosia è più intensa se tra il primo ed il secondo bambino ci sono tra i 18 mesi ed i 3 anni di differenza, quando invece il distacco è di 4 anni o più, la competizione tende a ridursi via via perché le loro esigenze ed attività sono diverse.
Proviamo a individuare le reazioni e gli atteggiamenti più comuni derivanti dalla gelosia verso il fratello o la sorella:

– regressione ad uno stato più infantile (il bambino parla, “mugola” e agisce come un neonato; chiede più coccole; vuole essere aiutato nell’igiene personale dopo aver già acquisito l’autonomia; vuole bere attraverso un biberon; ecc);

– aggressività verso i genitori (piange spesso; fa i capricci; fa i dispetti; è oppositivo e provocatorio verso le richieste dei genitori; si mette sempre in situazioni che comportano delle punizioni; ecc);

– aggressività verso il secondogenito (infastidisce, pizzica, graffia, stringe, picchia e fa piangere il fratello soprattutto quando non viene visto dai genitori).

– eccessivo attaccamento al nuovo arrivato (lo abbraccia sempre, lo bacia eccessivamente, lo tratta come un bambolotto, ecc).

– ritiro emotivo (smette di mangiare; inizia ad avere disturbi del sonno; parla e interagisce poco con gli adulti; sembra disinteressato al gioco in famiglia; ecc).