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Vediamo allora ALCUNE STRATEGIE che possono aiutare a modificare il comportamento inadeguato (perchè ricordiamo che è il COMPORTAMENTO ad essere SBAGLIATO e non il bambino!).

– Per far si che un comportamento svanisca occorre ignorarlo e non punirlo. È opportuno approvare e rinforzare i comportamenti desiderati attraverso complimenti, sorrisi, abbracci. Se si focalizza l’attenzione su un comportamento, qualsiasi bambino tenderà a riproporlo in futuro per poter godere nuovamente dell’approvazione poichè ciò lo gratifica.

– Per contenere le paure o le ansie del bambino si potrebbe intanto fargli capire che quello che sta provando è perfettamente normale, questo permette di dare un significato al sentimento e ridimensionarlo ad un piano di accettabilità. Potrebbe essere utile rinforzare positivamente il ruolo da fratello o sorella maggiore e dare delle responsabilità da bambino grande: aiutare la mamma a fare il bagnetto al fratellino, fare l’aiutante del papà per i lavoretti di casa, prevedere dei momenti e degli spazi di gioco da “grandi”, ecc.

Punire solo i comportamenti più pericolosi: picchia il fratello, rompe gli oggetti, dice parolacce, ecc. Per essere efficaci le punizioni devono essere proporzionate al danno ed esplicitate preventivamente costruendo delle “regole di famiglia” che non possono essere assolutamente infrante pena la punizione stabilita. Il bambino deve conoscere concretamente le conseguenze di una sua reazione, solo in questo modo può acquisire l’autonomia e l’autodeterminazione e imparare a diventare responsabile delle proprie azioni. Un altro aspetto fondamentale di una punizione è la costanza e la coerenza: se si promette una punizione, essa va inevitabilmente attribuita senza cedere a compromessi e soprattutto deve essere valida per tutti i componenti in modo equo.

– Interferire nella relazione tra fratelli il meno possibile, intervenendo solo nel caso si mettano in pericolo o non rispettino le “regole di famiglia”. Se non si conosce la dinamica del loro litigio è preferibile non schierarsi ma far capire che non importa chi ha iniziato perchè entrambi hanno infranto delle regole.

Evitare di colpevolizzare il maggiore con la giustificazione che il più grande deve essere più “furbo” o “intelligente” perchè questo alimenterebbe le differenze tra i due e aumenterebbe il senso di frustrazione.

– Avere pazienza per ascoltare nostro figlio e capire che probabilmente dietro i suoi comportamenti ci sono dei sentimenti che non sa esprimere a parole e tocca all’adulto farlo al suo posto.

Potrebbero occorrere diversi giorni, settimane o addirittura mesi prima di notare i primi cambiamenti e ciò non deve scoraggiare o far pensare che non ci sia rimedio! Ogni strategia inoltre può e deve essere personalizzata al carattere e il temperamento dei componenti della famiglia e soprattutto alle abitudini di vita quotidiana per trovare o ricreare il giusto equilibrio.